Filosofo greco, allievo ed amico di Parmenide. Giunse ad Atene verso
il
445 a.C.
I quattro sofismi di
Zenone
contro l’esistenza del moto sono noti come:
(a)
argomento
dello stadio: Un corridore non potrebbe attraversa la distanza di uno stadio, perché
la distanza tra due punti è separata da infiniti punti intermedi, e
si assume che sia impossibile toccare infiniti punti in un tempo
finito.
(b)
argomento
di Achille e la tartaruga: Achille
piè veloce non può raggiungere la tartaruga che sta inseguendo
perché deve prima percorre gli spazi intermedi che sono infiniti in
un tempo finito.
(c)
argomento
della freccia
Col
terzo argomento Zenone dimostra che una freccia scoccata da un arco,
che qualsiasi persona di buon senso crede di essere in movimento, in
realtà è ferma. Questo gli consente di affermare che il moto non
esiste.
(d)
argomento delle masse nello
stadio.
Col
quarto argomento
Zenone dimostra che uno stesso corpo percorre nello
stesso tempo e con la stessa velocità spazi diversi. Questo gli
consente di affermare che il moto non esiste.
Lo
scopo dei sofismi di
Zenone
era quello di mettere in evidenza le contraddizioni in cui si cade
se si vuole scomporre una grandezza continua, come lo spazio ed il
tempo, considerandola come somma di infinite parti infinitamente
piccole.
I
sofismi di
Zenone mirano a dimostrare che, se la negazione del
movimento e della molteplicità può a prima vista apparire assurda,
l’ammissione di essi conduce ad assurdità ancora più gravi. Il perno
di tali argomenti consiste nella dimostrazione che, sia nella
nozione di movimento, sia in quella di pluralità, si annida il
delicato concetto di infinito.
Questi
argomenti suscitarono presso i greci una tale diffidenza nei
confronti dell’infinito, da persuaderli a compiere qualunque sforzo
pur di escludere tale concetto da ogni seria costruzione
scientifica.
Ben poco si sa della sua vita. Secondo alcuni storici
Zenone
sarebbe morto, dopo atroci sofferenze coraggiosamente sopportate,
per avere cospirato contro Nearco tiranno di Elea .