EVARISTO GALOIS

Un problema morale

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UN PROBLEMA MORALE: LE RESPONSABILITA’ DELLA SCIENZA

 

"Noi rivolgiamo un appello come esseri umani ad esseri umani: ricordate la vostra umanità e dimenticate il resto. Se sarete capaci di farlo, vi è aperta la via di un nuovo Paradiso, altrimenti è davanti a voi il rischio della morte universale." Sono queste le ultime parole del Testamento Spirituale di A. Einstein, "un appello come esseri umani ad esseri umani". Ma l’essere umano uccide l’essere umano, come Caino uccise Abele; l’essere umano costruisce la ruota della tortura, il carro armato, la bomba atomica… Scienza come ricerca finalizzata allo sviluppo, oppure "scienza esatta piegata allo sterminio"? Scienza = Progresso. È il risultato di una semplice flessione mentale. Ma da tempo si è affacciato al nostro orizzonte un nuovo significato del termine "scienza", che evoca invenzioni disumane, terribili, mostruose. È l’immagine della morte quella che "fa capolino" dai nostri libri di storia. È lei che viene ad infrangere tutte le nostre certezze, speranze, illusioni. L’uomo dovrebbe allora rinunciare alla sua insaziabile sete di conoscenza, a questo privilegio che lo rende diverso e immortale?

Non dimentichiamo i successi della ricerca genetica che hanno portato alla scoperta delle cellule staminali; non trascuriamo i risultati dell’elettronica, che trasformano di giorno in giorno la nostra società, proiettandola verso un futuro nuovo e affascinante; non dimentichiamo ancora l’astronautica, che ha aperto i nostri occhi a spazi mai neppure immaginati, a sconfinate distese di stelle e di pianeti inesplorati.

Questa è Scienza, signori!

Al contrario, una scienza che comporti rischi per l’umanità non è soltanto colpevole, ma, secondo me , non è neanche scienza.

Da poco tempo si è spento Franco Rasetti, uno dei "ragazzi" di via Panisperna, amico e collaboratore di Enrico Fermi.Nel lontano 1943, fu chiesto a Rasetti di partecipare ad un progetto, che avrebbe portato alla costruzione della prima bomba atomica. Rasetti, consapevole della responsabilità di una ricerca, il cui risultato avrebbe potuto implicare rischi mostruosi, rifiutò. Più tardi spiegò questo rifiuto e scrisse il suo Testamento Spirituale, in fondo così simile nella sostanza a quello di Einstein: "La scienza può dire ‘Se vuoi costruire una bomba devi fare così e così’, ma la scienza non può mai dirci se dobbiamo costruire una bomba. Penso quindi che gli uomini dovrebbero interrogarsi più a fondo sulle motivazioni etiche delle loro azioni. E gli scienziati non lo fanno molto spesso".

Come definire quest’uomo? Un folle? Un traditore? Un pentito? Gli scienziati sono responsabili dell’uso che sarà fatto dei risultati dei loro studi e delle loro azioni? Devono comunque andare avanti nella loro ricerca, declinando qualsiasi responsabilità? Insomma, è in discussione il progresso scientifico o quello dell’umanità?

Sono giovane e, certamente, non posseggo gli strumenti culturali adeguati per dare una risposta definitiva a questi interrogativi. Tuttavia io penso che la scienza riguarda l’uomo, tutti gli uomini e quindi anche me.

Franco Rasetti ci ha indicato la strada. Io credo che sia quella giusta. Voi che cosa ne pensate?

 

Bruno Chiara I C

 

 

 

 

 

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