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I grandi esploratori:Cristoforo
Colombo
ricerca condotta
dagli alunni della classe III B
Carmine Della Sala, Katia Corbisiero, Valentina Manzo,
Barbara Aufiero, Marika Di Leo; Angelo Guglielmo,
Rossella Pennetti, Mariachiara Visconti,
Federica del Gaudio, Domenico Mascheri
Docente Coordinatrice
: Ersilia Silvestri
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19_Cristoforo_Colombo.pdf
12 ottobre1492: Cristoforo Colombo scopre l’America
Giovedì- Venerdì 11- 12 ottobre. L’Ammiraglio navigò verso Ovest
Sud-Ovest. Ebbero il mare grosso più che in tutto il viaggio non
avessero avuto. Videro alcune procellarie e un giunco verde passare
vicino alla nave. Gli uomini della caravella Pinta scorsero una Canna ed
un bastone, pescarono un altro bastone lavorato, a quel che pareva, col
ferro e videro ancora un pezzo di canna, ed erba diversa dalla solita
che nasce in terra, e una tavoletta Anche quelli della caravella Nina
videro altri segni di terra e un tronco di spini carico di frutti rossi.
Con questi indizi tutti si sentirono sollevati e allegri…Alle due dopo
la mezzanotte apparve la terra dalla quale erano lontani due leghe
circa. Ammainarono tutte le vele, temporeggiando fino al nuovo giorno,
venerdì, quando giunsero a un’isoletta delle Lucayas che nella lingua
degli Indiani si chiamava Guanahani. Videro tanta gente ignuda e
l’ammiraglio si avviò a terra con la barca armata, in compagnia di
Martin Alonzo Pinzane di Vincente Yanez che era suo fratello e capitano
della Nina. L’Ammiraglio spiegò la bandiera reale e i due capitani
brandirono due bandiere con la croce verde che l’Ammiraglio recava in
tutti i navigli come insegna e che avevano una F e una Y (le iniziali
dei due re, Ferdinando e Isabel) e sopra ad ogni lettera una corona, una
da una parte e l’altra dall’altra della croce. Sbarcati che furono
videro alberi verdissimi, molte acque e frutti di diversa specie.
L’Ammiraglio chiamò i due capitani e gli altri che erano saltati a terra
e disse loro che gli facessero fede e testimonianza come egli in
presenza di tutti prendeva possesso, come infatti prese, della detta
Isola per il Re e per la Regina suoi Signori…(Giornale di bordo di
Cristoforo Colombo, a cura di C. Caddei, Schwarz, Milano 1939).
Il 12 ottobre 1492 Cristoforo Colombo scopre un continente nuovo, un
mondo nuovo. E’ un evento destinato ad avere ripercussioni immense nella
storia dell’umanità. Le conoscenze si dilatano enormemente, gli
orizzonti mentali dell’uomo europeo si ampliano in modo
straordinario, accrescendo la fiducia nelle proprie possibilità e
capacità, il mondo assume una dimensione nuova, si aprono nuove rotte e
nuove vie di traffico, terre e popoli mai visti entrano nel patrimonio
mentale e materiale dell’Occidente.
Quest’anno ricorre il cinquecentenario della morte del grande
navigatore. Convegni, mostre, celebrazioni sono state organizzate in
tutto il mondo, a cominciare da Genova. Ma più passano i secoli, più
vengono pubblicati studi e ricerche, più si moltiplicano gli
interrogativi. Chi era davvero Cristoforo Colombo? Un marinaio
coraggioso e sognatore che voleva sfidare i limiti della conoscenza
umana, un uomo avido che cercava solo l’oro ed enormi ricchezze, un
ammiraglio violento, colpevole di ruberie e prepotenze? O qualcosa di
più, molto di più?
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La storia
La storia della scoperta dell’America ci è stata insegnata sin dalle
scuole elementari quasi sotto forma di una bella favola che fa apparire
ogni cosa semplice e chiara. C’era una volta un uomo, un genovese, di
umili natali, di nome Cristoforo Colombo che di mestiere faceva il
marinaio. Infervorato dalle teorie di un geografo fiorentino Paolo dal
Pozzo Toscanelli il quale aveva sostenuto che, essendo la terra
rotonda, si potevano raggiungere le Indie navigando verso ovest,
organizzò una spedizione, finanziata, dopo lunghe insistenze, dai reali
di Spagna. Così con le tre famose caravelle: la Niña, la Pinta e la
Santa Maria, Colombo, partito dal porto spagnolo di Palos il 3 agosto
1492, dopo aver vinto più volte l’ostilità dell’equipaggio che voleva
tornare indietro, dopo poco più di due mesi di navigazione, il 12
ottobre 1492, avvistò terra. Colombo credette di aver toccato le coste
dell’Asia; in realtà aveva scoperto un nuovo continente: il Nuovo
Mondo…La terra raggiunta era un’isoletta delle Bahamas, che chiamò El
Salvador. Dopo aver scoperto altre due isole, Cuba e Haiti, che chiamò
Hispaniola, tornò in Spagna. Fu ricevuto dai sovrani spagnoli con enorme
sfarzo: mostrò alcuni indigeni americani portati come schiavi, monili
d’oro, pappagalli dal piumaggio multicolore, mai visti prima di allora,
sedette alla destra della regina. La notizia del viaggio si diffuse con
enorme risonanza in tutta Europa. La scoperta di quella che si credeva
la nuova via per le Indie, con la prospettiva di compiere nuove scoperte
e di entrare in possesso di enormi ricchezze, suscitò grande entusiasmo
e un’aspra gara fra le potenze maggiormente interessate, la Spagna e il
Portogallo. Nei primi mesi del 1493, il papa, lo spagnolo Alessandro VI,
Rodrigo Borgia, assegnò le nuove terre ai sovrani spagnoli. Colombo fece
altri tre viaggi nelle Americhe. Quelle spedizioni di eccezionale
importanza non portarono, però, i frutti immediati che tutti
aspettavano. Colombo fu anche accusato di ladrocinio, violenze, inganni;
per alcuni mesi fu anche incarcerato. Morì povero e solo a Valladolid,
il 20 maggio 1506, cinque secoli fa, senza aver mai ben compreso dove
fosse sbarcato. Questa è la storia. Ma le cose andarono proprio così? La
spedizione fu veramente finanziata dalla Spagna? Colombo fu il primo ad
arrivare in quelle nuove terre? Perché si firmava Cristo Ferens? Era
davvero figlio di un umile tessitore?
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Cristoforo Colombo: italiano o spagnolo?
Più proseguono gli studi e le ricerche e più aumentano gli
interrogativi. Di Colombo è stato messo in discussione tutto: nome,
luogo di nascita e di sepoltura. In effetti di lui sappiamo poco: il
suo diario di bordo non ci è giunto manoscritto, ma riportato e
trascritto da amici; abbiamo due sole lettere di suo pugno; non sappiamo
nulla della sua vita fin verso i 40 anni; non sappiamo neppure che
lingua parlasse a quel tempo, certo non l’italiano, forse il portoghese,
probabilmente lo spagnolo. Anche le sue origini sono state messe in
discussione. Era italiano, spagnolo o addirittura francese? Il suo
cognome era, secondo la nazionalità attribuitagli, Colombo, Colon,
Colomb o Coulomb? A contendersi i natali sono, però, soprattutto
l’Italia, cioè Genova, e la Spagna. La soluzione sembrava vicina e si
pensava che la disputa tra l’Italia e la Spagna potesse aver termine
grazie ad una ricerca dell’Università di Granada e di quella di Tor
Vergata a Roma. A centoventi catalani di cognome “Colom” e a cinquanta
italiani di cognome Colombo era stata prelevata la saliva da cui
ricavare il Dna. L’obiettivo era confrontare il loro cromosoma Y con
quello del figlio illegittimo di Colombo, Hernando, i cui resti sono
conservati nella cattedrale di Siviglia. Ma l’analisi comparata del Dna
non è stata in grado di confermare se Colombo sia italiano o spagnolo,
perché gli attuali marcatori genetici non consentono di ottenere
informazioni sufficienti per giungere ad una conclusione qualsiasi. Ma
se incerto risulta il luogo della nascita altrettanto incerto risulta
quello della sepoltura. Dove si trova la tomba del famoso esploratore?
Due città si contendono le spoglie di Colombo. La prima è Siviglia nella
cui cattedrale c’è un catafalco con la scritta “Cristobal Colon”,
l’altra è Santo Domingo in America Centrale. Le ricerche svolte
dall’Università di Granada confrontando il Dna del fratello minore
Diego, sepolto in Spagna, con le ossa di Colombo, tra breve, forse,
faranno luce sulla secolare questione.
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Il processo e la condanna di Colombo
La ricercatrice spagnola Consuela Varala ha presentato il 20 maggio
scorso a Genova, durante un convegno per le celebrazioni colombiane,
alcuni verbali in castigliano, da lei scoperti. Le carte, riguardanti un
processo intentato contro Colombo, parlano chiaro. Il famoso navigatore
era finito davanti ai giudici di Santo Domingo, capitale dell’antica
Hispaniola, l’isola delle grandi Antille scoperta nel 1492. Era accusato
di aver maltrattato gli indigeni, di aver cospirato contro il re di
Spagna, di aver rubato oggetti preziosi, destinati alla Corona ed anche
di aver fatto strangolare un cognato per aver consegnato una denuncia al
sovrano. Il processo durò pochi giorni e alla fine Colombo fu condannato
e rispedito in Spagna. La scoperta dei verbali del processo ha gettato
una luce inquietante sulla personalità di Colombo. Era, forse, un
conquistatore violento e brutale, mosso solo da sfrenate ambizioni e
dalla cieca cupidigia dell’oro?
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Colombo: chi era veramente?
Più passano i secoli e più aumentano i misteri. Anche la paternità di
Cristoforo Colombo è stata messa in discussione. Le fonti storiche
sostengono che nacque a Genova da Domenico Colombo e da Susanna
Fontanarossa. Imprecise notizie si hanno sulla sua gioventù a causa
della perdita e della distruzione dei documenti; sembra che fino a
ventidue anni si fosse dedicato all’attività del padre che era tessitore
di lana. Seguendo poi la sua vocazione marinara, si imbarcò occupandosi,
probabilmente, di commercio. Compì parecchi viaggi sulle coste della
Guinea al servizio del Portogallo, finchè, nel 1492, non intraprese la
spedizione che lo rese famoso. Le scarne notizie riguardanti la prima
parte della sua vita hanno alimentato congetture anche fantasiose.
Attualmente trova molto credito la suggestiva ipotesi sostenuta dal
giornalista e scrittore Ruggiero Marino nel saggio “Cristoforo Colombo:
l’ultimo dei Templari. La storia tradita ed i veri retroscena della
scoperta dell’America”. Il grande navigatore sarebbe figlio del nobile
genovese Giovanni Battista Cibo, divenuto poi papa con il nome di
Innocenzo VIII e della nobildonna romana Anna Colonna. Ciò spiegherebbe
come un semplice tessitore di lana, quale era Domenico, potesse
permettersi di mandare il figlio a studiare allo “Studium Ticinese”,
l’attuale Università di Pavia) e come Colombo, un povero marinaio,
avesse potuto sposare una nobildonna come Filippa Munoz Perestrello. Si
narra che il “fattaccio”sarebbe avvenuto nel 1446 tra le mura del
Maschio Angioino di Napoli, dove Cibo, allora quattordicenne, avrebbe
avuto una relazione. con l’affascinante romana. Quest’ultima, scopertasi
incinta, si sarebbe trasferita in una città dell’Emilia dove, al termine
dei nove mesi, avrebbe dato alla luce Cristoforo che, successivamente,
sarebbe stato affidato a Domenico e Susanna, i “presunti” genitori. A
sostegno dell’ipotesi di Colombo figlio di papa Innocenzo VIII,
Ruggiero Marino adduce varie prove. Nella Vita dei sommi pontefici
romani, un opuscolo venduto in Vaticano, sotto il volto di
Innocenzo VIII è scritto: “Portò a termine la immane opera di
pacificazione degli stati cattolici ed aiutò Cristoforo Colombo nella
sua impresa della scoperta dell’America”. In un’edizione romana della
Geografia di Tolomeo del 1508, inoltre, il nome di Colombo compare più
volte. Si parla di un “Columbus nepos” e di un “Columbus
primus” a proposito di terre che sia i Portoghesi sia Colombo hanno
scoperto e che vengono chiamate Nuovo Mondo. Secondo Ruggiero Marino il
papa aveva tanti figli non riconosciuti ed il termine nepos era un modo
con cui la curia cercava di coprire le frequenti paternità dei
pontefici. In effetti il più noto dei ritratti di Cristoforo Colombo,
attribuito al Ghirlandaio e quello di Papa Innocenzo VIII, attribuito al
Pollaiolo, rivelano una straordinaria ed inquietante somiglianza.
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Il nome
Il nome, Cristoforo, potrebbe derivare da Christum ferens, “portatore
di Cristo”. Egli era, in effetti, profondamente religioso, si sentiva
investito da una missione divina, dichiarava che tutto il guadagno della
sua impresa “doveva essere speso per la conquista dei luoghi santi di
Gerusalemme” Il cognome, Colombo, poi, forse derivava dalla colomba
della pace. Secondo altre considerazioni il nome ha attinenze con la
cultura babilonese o può alludere alla missione di colonizzazione
culturale e fisica della Chiesa nelle Nuove Indie o ancora potrebbe
collegarsi con il significato di Cristo fera (o fiera), Cristo bestia,
anticristo.
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I finanziamenti della spedizione di Colombo
La prima spedizione di Colombo fu finanziata dall’Italia e da papa
Innocenzo VIII. E’ quanto sostiene il giornalista Ruggiero Marini nel
suo saggio. “ L’operazione America fu il frutto più luminoso del
Rinascimento: Determinante fu il contributo di Roma, delle repubbliche
italiane, Genova e Firenze su tutte, oltre all’Umbria, votata a San
Francesco…Fondamentale fu il contributo delle conoscenze dei domenicani,
dei cistercensi e degli ordini cavallereschi…oltre ad una presenza
continua, sul proscenio dell’impresa, di ebrei convertiti e non, e di
musulmani”. La maggior parte della somma necessaria all’impresa,
poi, era di fonte italiana. I fondi provenivano da Genova e da Firenze.
Erano di banchieri e nobili imparentati con il papa che, dopo la caduta
della città santa e la vittoria dei Turchi, sognava, attraverso
l’impresa di Colombo, di portare, ovunque nel mondo, la parola di Cristo
e la pace universale tra cristiani, musulmani ed ebrei.. Tra l’altro il
padre del papa era Aronne Cybo, un ebreo, e la nonna era Saracina
Marrucina; un’ebrea. Inoltre i famosi e sbandierati gioielli della
regina Isabella, che si sarebbe offerta di sacrificarli, pur di far
partire Colombo, non esistevano più. Erano già stati impegnati nella
guerra contro i Mori. Quel sacrificio fu solo una leggenda creata ad
arte. Ma quando Colombo stava per partire il papa fu colto da febbri
strane, da violenti dolori addominali e morì. E il nome del papa
Innocenzo VIII, ideatore e sostenitore dell’impresa americana, fu
dimenticato e cancellato. Al suo posto fu eletto, con il nome di
Alessandro VI, lo spagnolo Rodrigo Borgia che provvide subito ad
assegnare le nuove terre ai reali spagnoli.. E la scoperta dell’America
voltò pagina. Quello che nella mente del papa Innocenzo VIII-Cybo, era
stato un progetto universale, ecumenico e spirituale si convertì in un
immenso interesse nazionalistico e materiale. La ragione di stato
prevalse e la storia fu stravolta e riscritta da parte dei vincitori,
gli Spagnoli.
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L’esoterica firma di Colombo
Cristoforo Colombo, dopo aver intrapreso il primo viaggio, incominciò a
firmarsi con uno strano crittogramma, fin ad ora mai completamente
interpretato: “. S. .S.A.S. X_M Y Xpo Ferens”. E’ da notare che a San
Pietro c’è una lapide, sotto la tomba di Innocenzo VIII e l’ultimo
sigillo rappresenta proprio la firma misteriosa che Colombo adotterà. Le
lettere sono sette, numero perfetto e che più volte ricorre
nell'Apocalisse, ottenuto dalla somma fra la Trinità e i quattro angoli
del mondo e che offre come risultato la sfera celeste, alla quale si
omologa la sfera terrena. Anche le .S. si ripetono per tre volte,
secondo un'usanza dell'ebraismo e stanno per Spirito Santo, santo
Salvatore, salvezza salvifica. La A sta per Apocalisse; la X, la M e la
Y hanno significato di Cristo, Maria, Giovanni o ancora Cristo, Maria,
Gerusalemme. La chiave interpretativa del “triangolo magico”, in quei
rebus ricorrenti fra i segreti degli ordini cavallereschi, è sempre
aperta a più di una soluzione, in una lettura che può andare
indifferentemente da sinistra a destra e dall’alto in basso e può essere
ricondotta alla piramide, all’occhio di Dio, allo scudo di David, alla
Trinità.
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I precursori di Colombo
Colombo fu il primo a scoprire l’America o altri prima di lui avevano
raggiunto quelle terre nuove? Tracce di droga e di tabacco, di piante
presenti solo nel nuovo mondo sono state rinvenute tra le fasce delle
mummie dei faraoni, facendo nascere interrogativi sino ad oggi senza
risposta. Intorno all’anno mille, probabilmente i Vichinghi, con Erik
il Rosso, il grande capo conquistatore della Groelandia, avevano
raggiunto le coste dell’America. Anche una spedizione cinese, compiendo
la circumnavigazione del globo, avrebbe raggiunto il continente
americano. Al comando del leggendario ammiraglio Zheng He, una flotta di
più di 100 navi avrebbe lasciato la Cina nel 1421 per attraversare
l’oceano Indiano ed esplorare le coste sudamericane ed australiane. Un
gruppo di esperti cartografi a bordo avrebbero mappato dettagliatamente
questo incredibile viaggio, realizzando una carta nautica che raggiunse
il Portogallo nel 1428, finendo poi nelle mani di navigatori europei. Ma
se Colombo non fu il primo a giungere nelle Americhe fu certamente il
primo che vi giunse sulla base di un’ipotesi scientifica sulla sfericità
della terra e di un progetto preciso che si avvaleva del sapere
matematico, geografico ed astronomico del tempo e delle conoscenze
ingegneristiche e navali che permettevano di progettare e costruire
imbarcazioni capaci di avventurarsi nell’Oceano, in grado di resistere
al mare aperto e di affrontare viaggi lunghi anche molti mesi.
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Colombo e i Cavalieri Templari
I Templari, secondo alcune affascinanti teorie, sarebbero giunti in
America duecento anni prima di Cristoforo Colombo, sin dal 1269.
Altrimenti per quale motivo la loro flotta era dislocata nel porto
francese di La Rochelle, situato nell'Oceano Atlantico? Non era una
posizione un po’ scomoda per raggiungere la Terra Santa? Avevano anche
altre destinazioni? Possibile che il famoso tesoro dei Templari
provenisse dalle miniere dell’America?
Colombo avrebbe seguito proprio la rotta riportata dalle mappe
geografiche appartenute all’Ordine dei Templari. Riguardo a Colombo
bisogna, poi, chiedersi: come faceva ad essere così sicuro di trovare
terra? Come ha fatto su una rotta sconosciuta ad indovinare i venti, sia
all'andata che al ritorno?
Le mappe precedenti al 1492 già mostravano l'America, sia del nord che
del sud e ciò dimostra senza dubbio che l’esistenza di un continente
nuovo già era noto a molti ed anche a Cristoforo Colombo. In precedenti
viaggi aveva, forse, già raggiunto quelle nuove terre? Egli sapeva
benissimo quale rotta dovesse seguire. Solo questa motivazione è valida
per spiegare perchè egli, arrivato l'11 ottobre, abbia voluto approdare
solo la mattina del giorno dopo: già sapeva che sarebbe stato difficile
attraversare la barriera corallina indenni nelle ore notturne. Accettò
senza indugio la condizione dei marinai che gli avrebbero tagliato la
testa se entro tre giorni non avessero visto la terra. Dopo tre giorni
apparvero le terre di San Salvador. Tutti i marinai possedevano una
mappa, lo stesso Colombo testimoniò di un marinaio morente che gli
mostrò una mappa nella quale era raffigurato il “nuovo” continente.
Un’ altra domanda che sorge spontanea è questa: come mai gli indigeni
vedendo questi uomini così diversi rispetto a loro, e nei costumi e
nella fisicità, non mostrarono alcun segno di paura o quanto meno di
aggressività?Ciò si può spiegare con il fatto che le caravelle di
Colombo mostravano l’immagine simbolo dei Templari ( croci rosse su
fondo bianco) sulle vele, simbolo che gli indigeni trovavano familiare.
Ma tutte queste ipotesi sono solo fantasiose congetture o contengono
anche qualche verità?
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Colombo: un mito controverso
Quale fu il movente vero dell’avventura di Colombo? L’ossessivo richiamo
dell’oro o l’ansia religiosa, ancora profondamente medievale, di voler
diffondere ovunque il Cristianesimo? Fu un esploratore disinteressato,
un eroe generoso, come sostiene lo scrittore americano Washington Irving
ne La vita e i viaggi di Cristoforo Colombo (1828) oppure uno
spirito avido e calcolatore, un conquistatore violento e brutale, come
afferma lo scrittore cubano Alejo Carpentier nel romanzo L’arpa e
l’ombra? Al di là dei dubbi, delle polemiche, dell’alone di mistero
che circonda la figura di Cristoforo Colombo, ci piace ricordare il
grande esploratore come colui che chiude definitivamente un’epoca,
ancora caratterizzata da credenze ed abitudini ormai consolidate da
tempo immemorabile, e, con la sua sete di infinito e la sua ansia di
penetrare l’ignoto, dà inizio all’era moderna, schiudendo all’uomo
spazi sconfinati e contribuendo a determinare la nascita del moderno
concetto di progresso.
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Bibliografia
Cristoforo Colombo
di Samuel Eliot Morison- Il giornale. Biblioteca storica
Cristoforo
Colombo-L’ultimo dei Templari. La storia tradita e i veri retroscena
della scoperta dell’America di Ruggero Marino- Sperling e Kupfer
Editori.
I temi di Codice
Storia- Un mondo nuovo. Viaggi, conquiste, scoperte dell’altro di S
Mobiglia. Paravia
La Rivelazione dei
Templari di Lynn Piknett e Clive Prince- Sperling e Kupfer
Editori
Isabella e
Ferdinando di Perez Yoseph Sei Torino 1991
La famiglia Cybodi
Tettoni L. Saladini Massa 1997, prima pagina.
Vita e fatti di
Innocenzo VIII di Francesco Perdonati, Milano 1829, tipografia
Ferrario
Cristoforo Colombo
e il papa tradito, Newton Compton, Roma 1991
I Templari in
America di Jacques De Mahieu, Piemme, Casale Monferrato1998
La vita di
Cristoforo Colombo di L. Bossi, Edison Bologna 1992
Nella storia:
Conoscenza, cultura, mentalità di Carlo Cartiglia. Loescher Editore
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