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Bombelli , il pioniere
dell'algebra simbolica
ricerca condotta
dagli alunni
Ambrosone Dario ,
Di Bella Giuseppe ,
Coscia Generoso ,
De Falco Italo ,
Romano
Emanuel
coordinati dal docente
Salvatore Amico
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06_BOMBELLI.pdf
Rafael
Bombelli
Nacque a Bologna nel 1526. Il padre, Antonio Mazzoli (che
in seguito si fece cambiare cognome) apparteneva una famiglia abbastanza
influente nell’ambiente politico bolognese di fine ‘400- inizio ‘500 ed
era vicina alle posizioni della famiglia Bentivoglio, i signori di
Bologna; la famiglia fu però costretta all’esilio quando papa Giulio II
prese possesso della città, cacciando i Bentivoglio; ma nonostante ciò,
tanto Antonio, quanto il figlio Rafael dopo alcuni anni poterono
ritornare a Bologna, dove trascorsero tranquillamente le loro vite. Non
si sa quale fu la formazione del giovane Rafael, ma si sa per certo che
non ricevette una educazione universitaria. Fu piuttosto l’architetto
Pier Francesco Clementi ad avviare il giovane allo studio della
matematica e dell’ingegneria, ed è probabilmente seguendo le ombre del
maestro che Bombelli intraprenderà la carriera di ingegnere.
Nel 1548 venne affidata dal Cardinale Alessandro Ruffini
a Pier Francesco Clementi la costruzione della Camera Apostolica a
Foligno, lavoro per il quale il famoso architetto decise di portare con
se il giovane allievo Rafael in qualità di apprendista.
Durante i lavori, fu necessario bonificare le paludi del
fiume Topino; è probabile che fu lo stesso Clementi ad occuparsi del
lavoro, mentre Bombelli si limitò ad accumulare quell’ esperienza che
gli sarebbe tornata utile poco dopo.
Infatti, nel 1549 lo stato Pontificio reclamava e
annetteva i territori della Val di Chiana: si tratta di un territorio
posto in una regione impervia, tra il Tevere e l’Arno, sull’ Appennino
Toscano; il Cardinale Alessandro Ruffini, il protettore di Bombelli e di
Clementi, decise di affidare il difficile compito di bonifica al giovane
ingegnere bolognese, il quale riuscì a portare brillantemente il lavoro,
mettendosi in mostra per le sue qualità di ingegnere idraulico. Questo
progetto lo impegnò fino al 1560, anche a causa di difficoltà tecniche
che richiesero più volte una sospensione dei lavori, e fu in questo
periodo che Bombelli iniziò a scrivere la sua opera fondamentale, l’Algebra.
La sua fama di grande ingegnere idraulico gli valse
numerosi altri incarichi, come la riparazione del ponte di Santa Maria
sul Tevere. Questo compito non venne mai portato a termine perché
presentava troppe difficoltà; ma nonostante il fallimento, dopo poco
tempo papa Pio IV decise di affidare a Bombelli la bonifica di un’altra
zona paludosa, le Paludi Pontine, una zona dove la malaria impazzava già
dai tempi dell’Impero Romano. Bombelli fallì anche questo compito, ma
d’altronde c’era da aspettarselo, visto che le Paludi vennero bonificate
con successo solo nel 1928.
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In questi
anni, Bombelli si dedicò con molta passione alla matematica: grazie
anche al ritrovamento di un testo di Diofanto, ampliò considerevolmente
e finalmente pubblicò la sua opera “l’Algebra”, già in cantiere
da diversi anni, anche se a causa della sua morte non riuscì a
completare le ultime due parti dell’opera, quelle cioè sulla geometria.
Il contenuto di questa opera è importantissimo, e tra poco vedremo
perché. Per molti anni il lavoro di Bombelli venne considerato un testo
universitario, e costituì un importante punto di partenza per lo
sviluppo dell’algebra simbolica. Per primo utilizzo le parentesi nelle
formule e nelle equazioni algebriche e si rese conto che esiste una
connessione tra la soluzione delle equazioni di terzo grado e i problemi
classici della duplicazione del cubo e della trisezione dell’angolo. Per
primo, Bombelli iniziò a lavorare con i numeri relativi, e scrisse le
regole per moltiplicare e dividere numeri positivi e negativi: più per
meno fa meno, più per più fa più. Di queste regole Bombelli da anche una
dimostrazione geometrica. Ma non è tanto questa la grande innovazione di
Bombelli, quanto piuttosto l’introduzione dei numeri complessi, che
indico con “più di meno” (+i)
e “meno di meno” (-i)
e abbreviati in pdm e mdm; ad esempio, con: Rc2 pdm11 Bombelli intendeva
.
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Ma non si fermò qui: stabilì infatti che
“ più via più di meno, fa più di meno
meno via più di meno, fa meno di meno
più via meno di meno, fa meno di meno
meno via meno di meno, fa più di meno
più di meno via più di meno, fa meno
più di meno via men di meno, fa più
meno di meni via più di meno, fa più
meno di meno via men di meno,fa meno “ |
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Insomma, stabilì le regole formali di calcolo coi nuovi
numeri, che in seguito verranno definiti immaginari da Cartesio.
Ma per quale motivo Bombelli aveva introdotto questi
numeri? Se erano davvero immaginari, dunque fittizi ed irreali, che
bisogno c’era di ipotizzarne l’esistenza?
Per capirlo, bisogna fare un breve excursus nella
situazione storica in cui Bombelli si trovò inserito, ovviamente dal
punto di vista matematico.
In quegli anni, uno dei problemi matematici che
maggiormente impegnava gli studiosi di tutto il mondo era la risoluzione
delle equazioni di terzo grado. Trovare una formula che permettesse di
risolvere generiche equazioni di terzo grado era una sfida che aveva
appassionato i maggiori matematici di tutti i tempi, sin dai tempi dei
Babilonesi e degli Egizi; il grande matematico Archimede era riuscito a
risolvere alcune equazioni di questo tipo, ma non aveva trovato un
procedimento generale.
Intorno al
1500, un professore di matematica all’università di Bologna, Scipione
dal Ferro, era riuscito a trovare un procedimento per risolvere le
equazioni del tipo
ma
non pubblicò il procedimento per poterlo usare nelle disfide matematiche
tanto di moda a quei tempi. In punto di morte, Scipione rivelò la sua
scoperta ad un suo allievo, Antonio Maria Fior. Contemporaneamente,
anche Niccolò Fontana, detto Tartaglia, riuscì a risolvere da solo lo
stesso tipo di equazione. Venne organizzata così una sfida tra i due,
che Tartaglia vinse brillantemente.
La notizia della vittoria di Tartaglia raggiunse un altro
brillante matematico del tempo, Girolamo Cardano, che, dopo molte
insistenze, riuscì a farsi rivelare la tanto agognata formula, e la
pubblicò nel 1545 nella sua Ars Magna. Le formule proposte da
Cardano, espresse col simbolismo moderno, sono due:
per p>0
per p<0
Ma a volte
capita che l’espressione
sia
negativa, e che quindi ci si trova nella necessità di estrarre la radice
quadrata di un numero negativo; ci si trova così davanti ad una
equazione che non ammette soluzioni. Ma in alcuni casi, capita anche di
trovarsi davanti ad una radice di un numero negativo anche se
l’equazione ammette delle radici reali. E’ il caso dell’equazione
,
che ha come soluzione
.
Applicando la formula di Cardano si ha infatti
,
soluzione che non poteva essere accettata ai tempi di Cardano.
Bombelli ebbe la brillante idea di sostituire 11i a
e
dimostrò che
e
quindi ottenne
.
Con l’introduzione dei numeri complessi, Bombelli aveva finalmente
svolto la teoria completa delle equazioni di terzo grado, implementando
le solo parziali risoluzioni di Cardano, Tartaglia e Scipione dal Ferro.
Tutte queste grandi scoperte collocano di diritto Rafael
Bombelli nell’Olimpo dei grandi algebristi italiani del XVI secolo, ma
prima di concludere esaminiamo uno dei tanti problemi risolti da
Bombelli, che anticipa il lavoro di molti matematici nel campo delle
frazioni continue e della soluzione approssimata delle equazioni.
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Vogliamo
calcolare il valore approssimato di
con
un procedimento che ci permetta di stabilire il numero di cifre decimali
che ci interessano. Sappiamo per certo che il quadrato perfetto che più
si avvicina a 13 è 9, la cui radice è 3. Per questo possiamo scrivere
che
.
Eleviamo ambo i membri al quadrato:
Dunque,
sappiamo che
.
Se imponiamo che la x del secondo membro sia 0, abbiamo che
.
Ma se andiamo a sostituire nella stessa equazione al secondo membro il
valore di x, cioè tutto il secondo membro, abbiamo che
.
Imponiamo di
nuovo che la x al secondo membro sia 0, e otteniamo
.
Possiamo
ripetere questo procedimento all’infinito, ottenendo vari numeri come
soluzione ( eccetera),
ognuno dei quali è sempre più vicino al vero valore della parte decimale
di
.
Se, ad esempio, calcoliamo la frazione sostituendo 10 volte, avremo
,
che paragonato col vero valore della parte decimale di
,
ci mostra come siano 11 le cifre esatte.
Questo ci
permette di calcolare il valore di
con
quanta precisione si vuole.
Dario Ambrosone
Giuseppe Di Bella
Generoso Coscia
Emanuel Romano
Italo De Falco
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Bibliografia
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Le notizie sulla
vita di Raffaele Bombelli provengono tutte da un'unica fonte : l
'"Algebra" trattato pubblicato nel 1572 e conservato manoscritto nella
biblioteca dell'Archiginnasio di Bologna . Quest'opera rimase per lungo
tempo manoscritta , ma non fu ignorata dai suoi contemporanei .
L'opera contiene tutti i problemi
trattati dal grande matematico alessandrino Diofanto ed i primi tre
libri trattano in maniera mirabile di algebra con particolare
riferimento alle equazioni di terzo e quarto grado .
Bombelli è famoso anche per una
sua pregevole opera di idraulica relativa al prosciugamento delle paludi
in Val di Chiana .
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L'Algebra di
Bombelli fu per più di un secolo testo universale di algebra superiore .
Si rende conto che esiste un diretta
connessione tra la risoluzione delle equazioni di terzo grado ed i
problemi classici della duplicazione del cubo e della trisezione
dell'angolo .
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Nel libro del
Bombelli troviamo la rappresentazione esponenziale dell'incognita e
l'uso delle parentesi nelle formule algebriche
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Bombelli risolve
mirabilmente il caso irriducibile dell'equazione di terzo grado che
presentava tre radici reali quando la formula risolutiva prevedeva
l'estrazione della radice quadrata di un numero negativo , impossibile
nel mondo dei numeri reali .
Bisogna uscire dal mondo del reale
ed incamminarsi in quello dell'immaginario . Bombelli ebbe la
brillante idea , che egli stesso definì assurda , di introdurre un
numero il cui quadrato era uguale ad -1 . Introdusse l'unità immaginaria
"+i" che chiamò " più di meno " e che indicò col simbolo "p.d.m.
Successivamente introdusse i
numeri immaginari , i numeri complessi ed elaborò l'algebra dei numeri
complessi .
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Bombelli era
riuscito a dimostrare che la formula risolutiva delle equazioni cubiche
era corretta e , cosa ben più importante , erano entrati nella storia
della matematica i numeri complessi .
La scoperta fu talmente sconvolgente
che ci volle del tempo prima che fossero da tutti accettati e ciò
accadde due secoli più tardi , quando ci furono tre matematici celebri
che , quasi contemporaneamente, ne diedero una rappresentazione
geometrica . I matematici in questione sono il norvegese Gaspar Wessel (
1745-1818 ) , lo svizzero Jean Robert Argand ( 1768-1822) ed il tedesco
Carl Friedrich Gauss ( 1777-1855) detto il " princeps mathematicorum "
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