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Matematico francese ().
Fece molte ricerche nel campo della geometria e lavorò sulla teoria dei
numeri. A lui si deve nell’ottica la scoperta del principio che porta il
suo nome (“un
raggio di luce passando da un punto all’altro fa il percorso che
richiede il tempo minimo”),
e in matematica, probabilmente, ebbe la prima idea del calcolo
differenziale e del calcolo delle probabilità.
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Matematico, fisico e astronomo
tedesco (Brunswick
1777-Cottinga 1855).
La sua opera scientifica è di fondamentale importanza nel campo della
fisica (in particolare nello studio del magnetismo e dell’elettricità),
della meccanica celeste e della matematica. Gauss ha lasciato contributi
decisivi nei campi dell’aritmetica (teoria dei numeri), dell’algebra e
della geometria. In quest’ultimo campo molti lavori di Gauss sono legati
alla risoluzione di problemi di geodesia (misura di archi di meridiani,
rappresentazioni cartografiche). Gauss giunse anche a dimostrare alcuni
teoremi di una geometria non euclidea, ma non volle mai pubblicare
questi lavori che vedeva troppo in contrasto con i postulati della
tradizione filosofica, da Platone a Kant.
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Astronomo tedesco (1751-1630).
A lui si deve un contributo decisivo all’affermazione del sistema
eliocentrico copernicano attraverso la formulazione matematica delle
leggi che regolano i moti dei pianeti. In campo matematico lasciò delle
tavole astronomiche per il calcolo della posizione dei pianeti che
furono usate pere oltre un secolo, poiché consentivano di ottenere
risultati moltopiù precisi di quelli ottenuti con i metodi
precedentemente in uso.
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Nato a Torino il 25 gennaio
1736,
fu il solo di undici fratelli che sopravvisse. A Torino gli fu
conferito all’età di
19 l’incarico
dell’insegnamento di analisi matematica presso la Scuola superiore
di artiglieria. Il suo primo grande successo fu l’invenzione del
calcolo delle variazioni, nuovo
procedimento analitico che consente, più agevolmente del calcolo
differenziale, di risolvere certi problemi di massimo e di minimo.
Durante la sua permanenza a Torino pubblicò geniali studi sulla
teoria dei numeri, sulla soluzione delle equazioni numeriche, sulla
perturbazione delle comete, sulle irregolarità del movimento dei
satelliti di Giove. La sua opera più importante è la
Mécanique
analytique che si fa apprezzare
per la semplicità dei procedimenti e la chiarezza della forma
espositiva. Intrattenne rapporti proficui con Laplace, Monge,
Delambre, Legendre ed ebbe come alunni Poisson, Ampére, Cauchy.
Napoleone lo tenne in grande considerazione e lo nominò conte
senatore ed alto ufficiale della Legion d’Onore. Morì il 10 aprile
del 1813 e
fu sepolto con sommo onore nel Pantheon di Parigi. I suoi scritti si
possono considerare come veri modelli di letteratura scientifica. Di
Lagrange possiamo dire che si
distingue per la genialità del suo pensiero e per l’umiltà del suo
carattere.
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Astronomo e matematico francese (1749-1827).
Nel 1870,
compì con Lavoisier le prime misure di calori specifici. Nel
divenne
membro dell’Accademia delle Scienze. Dimostrò la stabilità del
sistema solare. Nel trattato
Esposizione
del sistema del mondo (1796),
rivolto ad un pubblico di non specialisti, è un modello di
divulgazione scientifica. Riprendendo le idee espresse da Kant,
avanzò l’ipotesi che il sistema solare sarebbe originario da una
nebulosa di altissima temperatura costante che, contraendosi per la
perdita di calore irradiato aumentava la propria velocità: da essa
per aumento della forza centrifuga si sarebbero andati staccando
degli anelli che condensandosi sarebbero divenuti pianeti. Il Sole
sarebbe ciò che rimane della nebulosa originale. Fece anche molte
altre ricerche e scoperte sulle perturbazioni dei moti dei pianeti,
sulle maree, le comete e l’anello di Saturno. Del
è
il trattato Théorie analytique del probabilités che pone
Laplace
tra i fondatori della teoria della probabilità cui egli conferì
l’assetto classico. Sul saggio divulgativo Essai
Philosophique sur les Probabilitès
espone la sua teoria sul determinismo meccanicistico, un concetto
che avrebbe esercitato una forte influenza sia sulla scienza sia
sulla filosofia. Secondo tale ipotesi tutto quello che accade in
natura è completamente determinato dalle leggi della meccanica. Per
una intelligenza in grado di riunire ed elaborare tutti i dati
necessari, il passato ed il futuro non avrebbero segreti. Un essere
con queste capacità fu chiamato il “diavolo
di Laplace”. Il
Traité de
Mécanique Céleste è considerato il
capolavoro di
Laplace.
E’ diviso in 5 volumi, in cui sono esposti le leggi generali del
movimento e dell’equilibrio per solidi e fluidi, dove viene
applicata, in maniera sistematica, la legge di gravitazione
universale ai centri di gravità dei corpi del Sistema Solare. Nel
1794 fu
nominato Presidente della Commissione Pesi e Misure, in cui svolse
un ruolo determinante per l’introduzione del sistema metrico
decimale. Nel
1799 Napoleone
lo nominò ministro degli interni. Estromesso dall’incarico per
divergenze con napoleone fu successivamente nominato prima senatore
e poi insignito, nel
1805,
fu insignito della Legion d’Onore. Con l’avvento al trono di Luigi
XVIII,
Laplace
si mise al suo servizio e, per questo motivo, fu nominato marchese a
pari di Francia.
Le sue opere principali:
Teoria del moto e della figura dei pianeti
(1784),
Trattato di meccanica celeste
(1799),
Teoria analitica delle probabilità
(1812-20),
Esposizione del sistema del mondo
(1796).
Ebbe elevate responsabilità politiche tanto con Napoleone quanto con
la Restaurazione.
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Filosofo, matematico e storico, uomo politico e giurista
tedesco,
contemporaneo di
Newton
(1646-1717).
Fu primo presidente dell’Accademia delle Scienze di Berlino. Nel
1670 Leibniz
divenne consigliere di corte d’appello al servizio del principe
elettore di Magonza. I primi contributi dati da
Leibniz
alle scienze esatte si trovano nell’opera
Dissertatio
de arte combinatoria. Come
matematico divise con Newton, con il fu poi in aspra polemica, il
merito di avere scoperto il calcolo differenziale, che espose nel
Nuovo metodo per la determinazione dei massimi e dei minimi
(1648).
Nel 1673 Leibniz
aveva intuito che la determinazione della tangente ad una curva
dipendeva dal rapporto tra le differenze delle ordinate e delle
ascisse, quando queste diventavano infinitamente piccole, e che le
quadrature dipendevano dalla somma delle ordinate, ossia dei
rettangoli infinitamente piccoli che formavano l’area. Inoltre aveva
capito che i problemi della quadratura e della tangente, che
dipendono rispettivamente da somme e da differenze, sono l’uno
inverso dell’altro.
Leibniz
concepì la
derivata
come un effettivo rapporto tra due quantità che hanno entrambe un
ultimo valore infinitamente piccolo. L’integrale
definito era analogamente
considerato come la somma di infinite quantità infinitamente
piccole.
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